Il canto e la preghiera erano attività a cui le monache dedicavano molto tempo ed energie, al pari dei lavori manuali. Cantare è considerato come pregare due volte e spesso le monache avevano effettivamente doti musicali e canore di spicco. Di grande rilievo fu il caso di Suor Maria Giuseppina Benvenuti, la suora di origine sudanesi (Zeinab Alif), nota come la "Moretta", la quale dimostrò ben presto le sue attitudini per il canto e per lo strumento dell'organo, di cui la chiesa del monastero era provvista. La Moretta apprese nozioni da ben due maestri di musica, che venivano da fuori per istruirla. I suoi brani erano ascoltati con grande piacere dai fedeli dell'epoca e si ha notizia che venissero anche persone da fuori per sentirla suonare durante le celebrazioni o nelle processioni. Si narra infatti che a Suor Maria Giuseppina piacesse suonare anche i brani intonati dalla Banda Cittadina durante le processioni, proponendo così duetti inediti.

L'organo Gennari, situato nella Chiesa del Monastero di Santa Maria Maddalena, è un piccolo gioiello che si è mantenuto dal 1827-28 fino ad oggi, grazie ad un restauro effettuato nel 2001 dalla prestigiosa ditta padovana dei Fratelli Ruffatti. Ha la caratteristica di alloggiare al suo interno un tamburo con alcuni campanelli. Una cosa strana per i non addetti ai lavori, ma non così insolita a quei tempi. Tamburi negli organi a canne erano infatti molto comuni in Italia durante il diciannovesimo secolo, essi permettevano l’esecuzione del repertorio operistico composto per accompagnare le celebrazioni. Ed anche questo repertorio, oltre a quello sacro, piaceva a Suor Maria Giuseppina. La presenza del tamburo e dei campanelli fu forse per lei un richiamo alle origini, un ricordo lontano del Sudan da cui fu violentemente allontanata quando era ancora una bambina. La suora di origini sudanesi, oggi venerabile, fu badessa nel monastero serrano, dove visse fino al 1926.

Altre informazioni sono disponibili alla pagina "Archivio musicale" e nel sito "Serra de' Conti Turismo".